Guarda i quadri realizzatie inseriti negli arredamenti
Quella sera di novembre a Milano faceva già un bel freddo; io stavo facendo impazzire la cicogna con tutte le mie richieste... Volevo dei genitori speciali ma, non solo, anche tutta la parentela doveva essere fuori dall’ordinario; insomma io mi sentivo artista e volevo capitare in mani giuste. Nel fagottino che Clotilde (così si chiamava la cicogna) sorreggeva con il suo lungo becco, oltre alla qui presente, c’era anche una scatola con dei colori e dei pennelli. Sarei arrivata già attrezzata per far vedere con che tipo di bambina avrebbero avuto a che fare…
“ Questi mi sembrano perfetti per te” mi disse con una voce che non avrebbe accettato repliche, “Guarda anche tu, piccola peste, la tua futura mamma ti sta decorando il fasciatoio, mentre la nonna sta preparando un pupazzetto delizioso che metterà nella tua culla”. Detto questo mi lasciò cadere in quella casa e volò via.
Da piccola, a detta di mia madre, mi rivelai una vera peste, niente a che vedere con l’arte, l’unica arte di quegli anni era mettermi nei guai. Quando però crebbi, mi resi conto che Clotilde aveva scelto veramente una famiglia coi fiocchi, in quanto ogni componente aveva uno spirito creativo che esprimeva in maniere diverse: mio padre inventava, cose diverse come una mazza da golf con testine intercambiabili oppure dei giochi per bambini e altro ancora.
Mia nonna materna, Gesuella detta Gegè, creava con il panno lenci dei pupazzi bellissimi che regalava a noi nipoti; da fantasiosi burattini per il nostro teatrino a bambole di grandi dimensioni: ricordo un Natale, avrò avuto sei anni, trovai sotto l’albero una bambola di pezza alta come me e vestita con scarpe da ginnastica e magliettina a righe; aveva una lunga chioma in lana gialla ed una faccetta spiritosa con buffe efelidi sul naso. Fu mia compagna di giochi per molti anni. Ma questo non era tutto, la sua creatività andava ben oltre. Prima che io nascessi, nel dopoguerra, quando la famiglia di mia madre si era trasferita a vivere in Sud Africa, Gegè creò una sartoria: disegnava fantastici modelli di alta moda che poi faceva realizzare da ragazze di colore istruite da lei. Aveva un’affezionata clientela che faceva parte della ricca borghesia bianca locale.
Sua sorella Mariapia, detta Mapì, insieme al marito Bruno, illustrava libri per bambini editi dalla Casa Editrice Piccoli.
Anna la loro figlia, detta Pupina, aveva seguito le loro orme. Ma si dedicò anche alla pittura diventando una bravissima ritrattista.
Mia madre, Marialuisa, detta Pupa, scelse di intraprendere un’attività più moderna e a lei congeniale: l’arredamento d’interni, creando uno studio ben avviato nel quale, quando finii i miei studi artistici, decisi di entrare a collaborare.
Alcuni anni fa, mi occupavo ancora di arredamento, mio cugino Denis, anch’egli un grande creativo: scrittore, antiquario e pittore che si era dedicato per molti anni alla ricerca di oggetti particolari, venduti poi a grandi collezionisti in tutto il mondo, mi offrì una collezione di libri per bambini che aveva raccolto nei vari mercatini in giro per l’Italia. Erano delle Edizioni Piccoli e che sorpresa! Tutte le illustrazioni erano di MAPi’, BRUNO e PUPINA. Rimasi per un attimo titubante in quanto, al di la di un fattore affettivo, non ne vedevo il possibile utilizzo; presa però da uno strano presentimento dissi: “ perché no, potrebbero servirmi in un futuro..”.
E così è stato! Ritrovandoli recentemente, mentre facevo pulizia nella mia enorme libreria, mi sono messa a guardarli veramente; le immagini che accompagnano queste semplici e dolci storielle di altri tempi sono deliziose. Bambinetti paffuti e buffi animali parlanti sono l’essenza dell’ingenuità di quegli anni dove, grandi e piccini, vivevano una vita semplice e serena.
Subito un’idea mi ha stuzzicato la mente: perché non utilizzare questi bellissimi disegni per realizzare i miei magici quadri?
Così è nata la collezione “C’ ERA UNA VOLTA “ Naturalmente i protagonisti sono i bambini di oggi, proiettati come per un magico sortilegio, in un mondo passato.
Seguendo poi la stessa ispirazione ho pensato di utilizzare anche le altrettanto belle immagini delle favole di Disney o di film tratti dalle stesse, tipo il recente “Alice nel paese delle meraviglie”.